Da oltre trent´anni si assiste a vari tentativi di screditare la Storia antica della Sardegna identificando la civiltà nuragica con vari miti, misteri e leggende.
Sull´argomento Shardana si è scritto spesso a sproposito e quasi sempre in termini fantastici e mitologici, riguardo a eventi di ambito locale, tra le coste egiziane e quelle libanesi. Vicende seppellite dalla Storia, poiché talmente irrilevanti da non suscitare il riscontro di narrazioni dell´epoca, come la Bibbia o l´Iliade, o dei documenti delle più importanti civiltà coeve, e riscoperte solo duecento anni fa analizzando i geroglifici egiziani.
Un dato è sicuro: non provenivano dalla Sardegna. Erano invece originari delle “Isole del Grande Verde”, di cui gli Egiziani non forniscono un´ubicazione precisa, localizzandole spesso alle foci del loro grande fiume Nilo. Di fatto, dalle prime scoperte a oggi, l´abbinamento tra le rappresentazioni egiziane e sarde è stato sempre impostato soltanto sulla sottolineatura di due o tre affinità, reputate univoche, e sulla omissione delle discordanze, infinitamente maggiori.
Massimo Rassu (1964-)
Ingegnere civile, libero professionista. Ha pubblicato diversi saggi e articoli di Urbanistica e di Storia dell´Architettura della Sardegna. È noto anche per gli studi sugli Ordini Cavallereschi presenti nell´Isola in età medioevale: Ipotesi sui Templari in Sardegna (1996), L´Ordine di Malta in Sardegna (1996), Pellegrini e Templari in Sardegna (1997). Tra le altre pubblicazioni: Oristano, la città della Sartiglia (1996); Villasalto, l´ambiente, la storia, la miniera (1997) e Pozzomaggiore, l´ambiente, la storia, l´arte (1999). Per l´Aipsa Edizioni ha pubblicato il volume Baluardi di pietra. Storia delle fortificazioni di Cagliari (2003)
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