Manzoni si domandava: Fu vera gloria? E tutti gli studenti, quando lo leggono, scoppiano a ridere. Eppure nel 1821 questo dubbio l´avevano in molti. Napoleone aveva fallito, e il suo fallimento sembrava una pietra tombale sulle speranze della Rivoluzione. Tutta colpa della sua megalomania. Era sempre stato un prepotente, un teppista. La famiglia, la scuola, le donne, avrebbero potuto cambiarlo. Ma non andò così. Questo romanzo racconta la storia di Napoleone, che nasce corso e antifrancese, e a dieci anni viene relegato in un collegio militare dove i compagni lo disprezzano. Vive in snervante attesa del ritorno di Paoli, che dovrebbe portare l´indipendenza della Corsica. Intanto scoppiano i fermenti della Rivoluzione. Paoli rientra dall´esilio, grazie ai giacobini, ma tiene Napoleone in disparte. La Francia entra in guerra, Luigi XVI scappa. La paura di una invasione provoca le giornate dei sanculotti, il regicidio, il Terrore, le stragi. Napoleone torna in Corsica da giacobino, va all´assalto de La Maddalena e fa fiasco. I paolisti gli incendiano la casa e lo costringono a fuggire sul continente. Tutto perduto? No: l´assedio di Tolone gli procura la stima del fratello di Robespierre e i galloni da generale. Ma il Termidoro gli guasta la festa: chi è compromesso con i giacobini rischia la ghigliottina. Napoleone deve adattarsi a fare il cortigiano finché una battaglia a cannonate in mezzo a Parigi lo proietta al comando di un´armata. E sarà un matrimonio, non d´amore ma di sesso e convenienza, a fargli spiccare il volo verso l´epopea. Il teppista ha agguantato il successo: ora potrà fare a botte col mondo intero.