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Su caminu de sos ammentos

Su caminu de sos ammentos

By Costantino Piras

(Ed.) Bachisio Porru

Presentation by Emanuela Piras

Introduction by Bachisio Porru

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ISBN
978-88-86111-21-8
Publisher
Papiros
Co-publishing
-
Genre
Poetry
Subject
[No one]
Series
Golosti
Edition
2016
Support
Paper
Pages
208
Binding
Stitched paperback binding
Dimensions
15 x 21 cm
N° of volumes
1
Illustrations
No
Publication language
Original language
-
Parallel text
-
Appendix
-
School book
No
Availability
On sale
Distribution
Yes
Price
10,00 €

Costantino Piras, (Olzai 1.11.1919 - 14.10.2001), in Su caminu de sos ammentos ripercorre in gran parte la trama del discorso che andava intessendo su Olzai che, non solo era il suo paese natìo, ma anche il centro del suo universo affettivo, professionale e poetico. Volge uno sguardo generale sul paese, sui rioni, sulle particolarità, le pietre, le leggende che ogni zona racchiudeva: Babb´e Ogotzi, Mannai pan´e casu, Gùlana. Un´attenzione particolare è dedicata ai toponimi. In una pregevole poesia di 70 quartine, scritta nel 1987, elenca circa trecento toponimi, molti dei quali non erano stati annotati neppure da Heinz J. Wolf, che pure sentiva sistematicamente tutti i suoi informatori olzaesi, Piras compreso. Evidentemente questi, ricevuto lo stimolo del linguista tedesco e avendo compreso l´importanza della registrazione analitica dei microtoponimi, ci ritorna con la riflessione e lo scandaglio sistematico del ricordo, consegnandoci questo piccolo patrimonio che viene preservato uno volta per tutte dall´oblìo. La conoscenza di numerosi poeti e studiosi, occasionate anche dalle varie attività culturali che si promuovevano in quegli anni ad Olzai, aveva certo allargato il suo sguardo e la cerchia delle persone con cui scambiava opinioni non solo sulla poesia ma anche sulla lingua sarda, sulla vita e sulle tradizioni delle nostre comunità.
Dunque, Su caminu de sos ammentos scandaglia con le parole della poesia la memoria di un´intera generazione, descrivendo quel mondo con arguzia, ironia e una certa amarezza, tipica di chi mal si rassegna al correre del tempo che tutto trasforma.