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sequestro Rosas (Il)

sequestro Rosas (Il) Novedades

Di Ettore Angioni

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ISBN
978-88-86167-08-6
Editor
Alfa Editrice
Coedición
-
Género
Ensayos
Materia
Historia (incluso arqueología y prehistoria), biografías, heráldica
Colección
n° 6
Edición
- octubre 2018
Soporte
Papel
Páginas
184
Encuadernación
Encuadernación en rústica cosida y con solapas
Dimensiones
15 x 21 cm
Número de tomos
1
Illustrado
Idioma de publicación
Italiano
Idioma original
-
Texto a vista
-
Archivo adjunto
-
Escolar
No
Disponibilidad
En comercio
Distribución
Precio
18,00 €

È il Natale del 1978. Pasqualba Rosas, studentessa diciassettenne, figlia di un noto gioielliere nuorese, e il suo fidanzato, vengono rapiti in pieno centro a Nuoro. Tutta la città si mobilita per ottenerne la liberazione e a centinaia supportano le forze dell´ordine nella ricerca dei rapiti. I parroci lo chiedono nelle omelie. E alle Chiesa delle Grazie si decide di sostituire il tradizionale presepe con un opera-choc: un gigantesco pannello, realizzato dal pittore Salvatore Pirisi, che raffigura un Gesù bambino imbavagliato e con le mani legate dietro la schiena, mentre due banditi gli puntano addosso i fucili. Sullo sfondo le ciminiere di Ottana che sbuffano fumo e una moltitudine di operai che chiedono lavoro. Il ritratto di un territorio in crisi morale, economica, spirituale, raccontano le cronache del tempo. Un eccezionale documento che toccò le coscienze di molti, e ancora oggi di molti tocca i cuori. La storia di questo sequestro e di altri drammatici sequestri sono ricostruiti nella sua interezza da Ettore Angioni nel libro "Il sequestro Rosas", 6° volume della collana "Il Romanzo della Superanonima Sequestri Sarda". Nei volumi della collana si rivivono i drammi del piccolo Luca Locci, dei giovanissimi fratelli Giorgio e Marina Casana, di Pasqualba Rosas di Nuoro, dei tre inglesi Schild, padre, madre e figlia, del commerciante Pietrino Cicalò, dell´industriale Pupo Troffa, tenuto in cattività per lunghi 8 mesi e del povero Giancarlo Bussi, un validissimo tecnico della "Ferrari", che non avrebbe purtroppo mai fatto rientro in famiglia. Vicende tutte, che servono ad illustrare a tinte fosche uno dei periodi più bui e sconcertanti della nostra Isola.