Catalogo

Canti

Canti

canti barbaricini : canti del salto e della tanca

Facebook Twitter LinkedIn Posta elettronica WhatsApp Telegram
ISBN
978-88-87825-54-1
Editore
Ilisso
Co-edizione
-
Genere
Poesia
Materia
Testi letterari classici (riferiti a tutte le epoche)
Collana
Scrittori di Sardegna n° 4
Edizione
2003
Supporto
Cartaceo
Pagine
256
Rilegatura
Copertina rigida e cucitura filo refe
Dimensione
12 x 21 cm
N° volumi
1
Illustrato
No
Lingua di pubblicazione
Italiano
Lingua originale
-
Lingua a fronte
-
Allegato
-
Scolastico
No
Disponibilità
In commercio
Distribuzione
Prezzo
7,00 €

La Sardegna ha avuto in Sebastiano Satta il suo poeta più inquieto e aulico, il cantore dei suoi eroi e dei suoi pastori, dei suoi monti e delle sue ancestrali usanze; la voce più forte dell´anima della Barbagia, che seppe dare al profondo e vitale attaccamento a un mondo costruito sul tempo lento delle antiche pietre l´anelito e la speranza del progresso e del riscatto sociale.

Sebastiano Satta (1867-1914)

Poeta tra i massimi della Sardegna, avvocato, giornalista. Nacque a Nuoro nel 1867. Durante il servizio militare, a Bologna, ebbe modo di conoscere l´opera poetica del Carducci. Studiò giurisprudenza a Sassari, dove collaborò con il quotidiano L´Isola. Laureatosi, esercitò la professione di avvocato penalista, distinguendosi per le profonde competenze in campo giuridico e per l´ispirata eloquenza.
Il Satta fu anche un appassionato poeta in lingua sarda e italiana: sono particolarmente importanti i Versi ribelli, raccolta di poesie con la quale esordì, nel 1893; l´ode Primo maggio, del 1896; i Canti barbaricini, del 1910; i Canti del Salto e della Tanca, pubblicati postumi nel 1924.
Le poesie del Satta scaturiscono da una profonda umanità e da una forte coscienza sociale. Egli amò intensamente la Barbagia, terra natale, rude e bellissima al tempo stesso, apprezzandone ogni suo aspetto, anche quelli più foschi: non nascose mai di nutrire simpatia e rispetto per la folta schiera di banditi che, per sfuggire alla cattura, si davano alla macchia, vivendo una vita dura, misteriosa e affascinante; dopo tutto, secondo il Satta, i banditi altro non erano che degli uomini divenuti simili ad animali randagi, che manifestavano con le loro gesta fuorilegge una barbarica ribellione ad un ordine sociale ingiusto e inaccettabile. La poesia sattiana mette dunque in luce tutta la tragedia della sfortunata Sardegna, immortalata come madre-prefica, o meglio, madre in bende nere che sta grande e fiera in un pensier di morte.
Sciagure familiari, ristrettezze economiche e una salute cagionevole avevano reso non facile la sua vita. Colpito da paralisi, il poeta visse gli ultimi sei anni in dolorosa immobilità, morendo a Nuoro, nel 1914, a 47 anni.

Bibliografia

Alcune opere:

- Canti del salto e della tanca, Cagliari, Il Nuraghe, 1924.

Canti, a cura di M. Ciusa Romagna, Milano, Mondadori, 1955.

- Canti, a cura di G. Pirodda, Nuoro, Ilisso, 1996.

- I canti, Sassari, La Nuova Sardegna, 2003.

- Aurora, Giornale d´Italia, 28 novembre 1924.

- Il villaggio, Battaglia, Cagliari, I, 21-22, 1924.

- Sa ferrovia, Battaglia, Cagliari, I, 21-22, 1924.

- Caserma, notte in caserma, Il Nuraghe, II, 23, 1924.

- Lettere a Paolo Orano, Il Popolo d´Italia, 30 novembre 1924.

- Lettere inedite, Il Convegno, I, 1-2, gennaio-febbraio 1946.

- Lettere inedite, Il Ponte, Sassari, VII, 9-10, settembre-ottobre 1951.

- Lettere a Grazia Deledda, Ichnusa, Sassari, IV, 3, 1956.

- A Enricu Berlinguer, S´Ischiglia, Cagliari, 5, 1980.

- Versi inediti di Sebastiano Satta, Nae, III, 6, 2004.

- Leggendo ed annotando, a cura di S. Pilia, Cagliari, Centro di Studi Filologici Sardi/Cuec, 2005.

Inediti:

- I canti della culla, 1907, silloge di cinque liriche inedite custodite presso la Biblioteca del Consorzio per la pubblica lettura ‘S. Satta´, Nuoro.

- Poesie a Clorinda e a Vindice, manoscritto inedito custodito presso la Biblioteca del Consorzio per la pubblica lettura ‘S. Satta´, Nuoro.