Agli sguardi dei forestieri, la Sardegna dei primi decenni del ´900 appariva come la sola terra in Europa che avesse conservato quegli aspetti sociali e culturali arcaici che altrove erano stati travolti dalla modernità. Dopo la seconda guerra mondiale l´isola cominciò ad attrarre studiosi e fotoreporter da tutto il mondo, interessati alle contraddizioni di una terra al bivio tra antico e moderno e dal clamore suscitato dalle gesta del banditismo. Fu così che vi approdarono gli inviati della più importante agenzia fotografica del mondo: i fotografi dell´Agenzia Magnum, da Henri Cartier-Bresson a Werner Bischof, David Seymour, Bruno Barbey, Ferdinando Scianna. E poi i fotoreporter dell´Agenzia Rapho: Edouard Boubat, Georges Viollon, Sabine Weiss, Dominique Roger. E in seguito, gli _Autori contemporanei dell´Agenzia Contrasto: Roberto Koch, Fausto Giaccone, Giancolombo. Dalla camera oscura del tempo sorge un documento per immagini essenziale e al contempo lirico della Sardegna. Che grazie a loro non sbiadirà mai.
Salvatore Mannuzzu (1930-)
Salvatore Mannuzzu nasce a Pitigliano (Grosseto) da genitori sardi nel 1930. Venticinquenne inizia una brillante carriera di magistrato. Eletto deputato nelle liste del Partito Comunista Italiano, nel 1976 abbandona la magistratura per dedicarsi al suo nuovo impegno di legislatore che si protrarrà, per tre legislature fino al 1987.
Le prime e precoci prove letterarie – una poesia e una ´lettera creativa´ su Du Bos - trovano spazio sul fascicolo inaugurale di [quote]Ichnusa[/quote] (1949), la rivista fondata e diretta da Antonio Pigliaru.
Nel 1962 pubblica, sotto lo pseudonimo di Giuseppe Zuri, il primo romanzo "Un Dodge a fari spenti" (Rizzoli, Milano; Ilisso, Nuoro 2002).
Con "Procedura" (Premio Viareggio nel 1988), pubblicato da Einaudi ventisei anni dopo, Salvatore Mannuzzu conferma il suo talento di scrittore e conquista il favore del pubblico e della critica. Sempre con la casa editrice torinese negli anni successivi escono i romanzi "Un morso di formica" (1989), "Le ceneri del Montiferro" (1994), "Il terzo suono" (1995), "Il catalogo" (2000), "Alice" (2001).
Negli anni Novanta riscuotono un notevole successo anche la raccolta di racconti "La figlia perduta" (1992; Premio Grinzane Cavour), la raccolta di poesie "Corpus" (1997; Premio Alfonso Gatto), e i racconti per l´infanzia di "Il famoso Natalino" (Laterza, Bari 1998). Traduzioni delle sue opere sono apparse in Francia, Germania, Inghilterra e Stati Uniti.
Bibliografia
et al. et al.
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