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Controbuio

Controbuio

poesie (1975-2010)

By Alberto Cocco

Preface by Guido Oldani

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ISBN
978-88-95692-42-5
Publisher
Aipsa
Co-publishing
-
Genre
Poetry
Subject
Modern and contemporary literature: poetry and drama
Series
AltreStorie Versi
Edition
- December 2011
Support
Paper
Pages
104
Binding
Stitched paperback binding
Dimensions
15 x 21 cm
N° of volumes
1
Illustrations
No
Publication language
Italian
Original language
-
Parallel text
-
Appendix
-
School book
No
Availability
On sale
Distribution
Yes
Price
10,00 €

Controbuio nel gioco del poker è una delle due puntate obbligatorie che si effettuano prima della distribuzione delle carte, e come nel gioco – scandito dai suoi ritmi e dalle sue regole – Alberto Cocco punta tutto sulla ricerca della natura dei sentimenti, sulla bruciante passione che anima l´agire dell´uomo, sulla graffiante realtà del tempo, sul mondo che si consuma. E infine traduce la posta in poesia.


La prefazione di Guido Oldani:

´Cantami o diva del pelìde Achille…´, Alberto Cocco però scende a precipizio dal mito e dal Parnaso e si rivolge, un po´ invocandola con affetto domestico , alla sua propria penna che non lo abbandoni nel momento segreto della scrittura. E´ una scrittura che viene da lontano e, tutto sommato sembra più una storia orizzontale , che abbia quasi una sua uniformità, piuttosto che un cammino che viene da chissà dove, evolvendo e mutando secondo le scadenze temporali. Lui, l´autore, si è scelta una vita a modo suo avventurosa, mettendosi nell´istituzione dei vigili del fuoco, che forse è l´unica a godere dell´affetto e della gratitudine della gente. Lui, l´uomo dell´agave, antica ed ossuta, la escava , la ribalta, estirpandola con rispetto. Sembra una metafora del vivere. Bisogna togliere il passato ma con un gesto di fatica e di sacralità. Alberto Cocco sta nella sua isola-continente, non sotto un ´cielo di lardo´ ma in una spazialità e temporalità che sembrano infinite e che pure invece raccolgono nella conclusiva singolarità. E´ soggetto protagonista , la donna che dorme, la ragazza che siede sulla bitta o quell´altra che sembra femminilmente un maschio. O è ancora il soggetto coi capelli lunghi femminili, che gioca a carte, che fotografa o proietta sequenze d´immagini; e poi c´è il matto del paese o lo sconosciuto a memoria del quale restano solo dei fiori secchi sul ciglio della strada. E il cane abbaia, saluta il padrone che rientra, anche quando è notte. L´autore è dunque tanti soggetti, sempre teneramente e duramente soli, certo che Ungaretti si sente , ma così lontano da potercelo quasi devotamente dimenticare. Viene alla mente, invece la potente linea ligure, della quale la Sardegna è tutto sommato dirimpettaia,serbando pure qualche traccia linguistica. Sì che si ricorda Sbarbaro o persino un Saba condotto ad immergersi nella ligure scabrosità; qui però nel rettangolo zatteriforme di Sardegna, c´è un di più di spazio ma anche di raccoglimento in sé. Questa è la demarcazione precisa, credo, fra Cocco e la multiforme pattuglia dei liguri. Il mare animoso e la costa tenace si battono fra di loro come due pietre focaie. Questa sarebbe la poetica di Alberto Cocco, se egli non sapesse che è più importante un solo uomo che non l´infinita natura circostante. Così questo autore, giunto ad un esordio non precoce ed all´età nella quale si può persino spiare fra i capelli un´eventuale decorazione dell´argento, questo autore che ha percorso strade veloci per contrastare fuochi orrendi, disegna a matita forte la sua propria geografia e cerca strade dove sa che, di tanto in tanto, lasciano transitare in solitudine , solitari poeti´.