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Cantos de monte

Cantos de monte

Di Salvatore Lai Deidda

A cargo de Michele Congias

Introducción de Michele Congias

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ISBN
978-88-97084-12-9
Editor
Domus de Janas
Coedición
-
Género
Poesía
Materia
Textos literarios modernos y contemporáneos: poesías y teatro
Colección
Edición
- julio 2012
Soporte
Papel
Páginas
216
Encuadernación
Encuadernación en rústica cosida y con solapas
Dimensiones
17 x 24 cm
Número de tomos
1
Illustrado
Idioma de publicación
Italiano, Sardo
Idioma original
-
Texto a vista
-
Archivo adjunto
-
Escolar
No
Disponibilidad
En comercio
Distribución
Precio
20,00 €

Non pochi lettori dell´isola ricordano e tengono come eredità non trascurabile il canto epico Amsicora, il poema della lotta dei sardi contro l´invasore romano. Nelle liriche don Salvatore Lai Deidda esprime un mondo lontano dagli scontri feroci del poema e porta il lettore a gustare da vicino l´incontro con la natura e con la vita di villaggio montano. Il suo verso è frutto di albero forte e sano; pertanto non sembri strano se la figura del sacerdote traspare dai canti con delicatezza, oserei dire con pudore…Molte liriche si segnalano per il fine tocco descrittivo della montagna, nella quale opera il pastore , il contadino, il viaggiante, il cacciatore, e torna sempre e immancabile, come è naturale, un riferimento alla figura femminile, e una riflessione sul dramma della vita dell´uomo, sempre esposto all´azione del tempo e alla caducità delle cose. Fra i temi di questi canti non restano infine assenti le patrie del poeta: la madre Sardegna, la Barbagia, il Mandrolisai, la natia Desulo, il paese amato di Tonara, le valli laboriose di Teti, Ollolai e i suoi boschi ombrosi.

Salvatore Lai Deidda (1920-1951)

SALVATORE LAI (Desulo il 18/05/1920 - Tonara il 23/01/1951) nell´arco della sua breve esistenza, non solo riuscì ad approdare alla meta più sincera e profonda del suo spirito nella vocazione religiosa, ma poté realizzare nell´arte poetica anche la nobilissima aspirazione a cantare e celebrare la sua passione per l´isola di Sardegna e contemporaneamente vestire di sublime accento lirico la quotidianità dello studente e del sacerdote, vissuto tra i libri e tra la gente, vigile testimone di una vocazione che lo chiamava a interpretare le fatiche, i dolori e le illusioni dell´uomo contro le seduzioni precarie della bellezza e della ricchezza. Di qui la strana malinconia del suo verso, nel quale si riversa e si conclude il conflitto tra la precarietà del bello e la chiamata ai valori forti della vocazione religiosa, sentita dal giovane poeta come chiamata cui non poteva non rispondere con coerenza perché di provenienza divina. E in questo si nasconde anche il segreto della sua poesia, così vasta e così profonda, così intensa eppure tanto varia, così ricca di sentimento benché non suggerita da esperienza passionale. Al lettore non sfugge che sotto le vesti ricche e meravigliose dell´espressione poetica traspare tanta sincerità e tanto sentimento da rendere il verso del Lai Deidda sempre moderno e ancora attuale.

Bibliografia