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L´avvoltoio

L´avvoltoio

Di Giuseppe Orrù

Facebook Twitter LinkedIn Posta elettronica WhatsApp Telegram
ISBN
978-88-98692-10-1
Editore
Aipsa
Co-edizione
-
Genere
Narrativa
Materia
Testi letterari moderni e contemporanei: romanzi, racconti, diari ed epistolari
Collana
AltreStorie n° 31
Edizione
- giugno 2014
Supporto
Cartaceo
Pagine
216
Rilegatura
Brossura e cucitura filo refe
Dimensione
15 x 21 cm
N° volumi
1
Illustrato
No
Lingua di pubblicazione
Italiano
Lingua originale
-
Lingua a fronte
-
Allegato
-
Scolastico
No
Disponibilità
In commercio
Distribuzione
Prezzo
14,00 €

È una storia ambientata alla fine degli anni Ottanta. Un pastore fallito, che una serie di vicissitudini trasforma un giorno in un bandito, consente a Guido Rossi, raffinato industriale lombardo prigioniero di una banda di sequestratori, di sedere un giorno al sole su una pietra e di spaziare con lo sguardo su un´immensa vallata.
Rossi, pur tra sofferenze e disagi, ritrova un´occasione per andare alla ricerca di se stesso e dei valori della vita.
 Fa da contorno alla vicenda una serie di spostamenti in località impervie e selvagge della Sardegna più sconosciuta, una quotidianità avventurosa alla perenne ricerca del cibo, ma anche la storia di un´amicizia che nasce tra il ricco industriale e il giovane bandito rozzo e primitivo che tiene in mano la sua vita, il quale attinge solo dalla cultura arcaica dei pastori sardi la possibilità di sopravvivere in una situazione ambientale sfavorevole, ai limiti dell´impossibile.

Un estratto dal capitolo 1
Il maglio era stato calato sulla pietra e la vibrazione si era ripercorsa come un´onda d´urto nella sua persona lasciandolo intontito. Ogni sensazione gli sembrava amplificata in quella maledetta giornata di giugno. Da destra stava arrivando lo schiacciasassi. per un istante Salvato- re pensò di stendersi e farsi appianare insieme ai suoi guai.

[quote]Salvatore![/quote]

L´esclamazione del capocantiere lo scosse. Si affrettò a sistemare una nuova pietra.

Nella notte Maria si era lamentata nella stanza accanto, e lui non era riuscito a dormire. Aveva sentito il bisogno di andare via, di cercare un altro letto: il pagliaio. Ma non aveva osato farlo per paura che lei pensasse che fosse così debole da non sopportare i suoi lamenti.

Le ore erano state più lente e la salita verso il paese più pesante del solito.

Trovò il padre seduto sulla soglia di casa.
[quote]E Maria?[/quote] chiese, non riuscendo a nascondere l´apprensione. Col padre aveva sempre cercato di dimostrare la propria forza d´animo. Glielo aveva insegnato lui stesso. Questa volta però non era riuscito a bluffare.

[quote]Sono venuti a prenderla… È all´ospedale[/quote] rispose, e non riuscì a dire altro.

Entrò in cucina. La madre smise di piangere e si alzò dallo scanno. [quote]L´hanno portata via alcune ore fa[/quote] disse. [quote]Il dottore ci ha assicurato che in ospedale avrebbe sofferto di meno…[/quote]

Lui fece un cenno affermativo. Questo era disposto a crederlo, ma le sarebbe mancato il conforto dei suoi cari.

Mangiò affrettatamente e andò a letto. Doveva dormire per essere efficiente nel lavoro e non farsi licenziare. Sarebbe stata una tragedia: era rimasto solo lui a portare i soldi a casa. Sapeva che c´era aria di licenziamento e che i primi ad essere eliminati sarebbero stati gli scansa- fatiche e i piantagrane, e solo dopo coloro che non erano servili. Non ci teneva a passare in testa alla graduatoria: gli bastava rimanere al terzo posto, cui d´altro canto appartenevano quasi tutti.

Il sonno non tardò ad arrivare ma fu popolato da incubi. Sognò il capocantiere, che lo faceva licenziare per un´inezia, poi si ritrovò immerso nella piazza del paese in una strana frenesia di ragazze in festa, senza riuscire però ad essere contento, poi sognò sua sorella che moriva, sua madre che piangeva, suo padre che si sforzava di non piangere.

Si svegliò in un bagno di sudore. Si diresse in cucina a bere un bicchiere d´acqua, poi si mise nuovamente a letto. Riuscì a riaddormentarsi. Sognò di ritrovarsi a cantare il Veni Creator Spiritus coi seminaristi, poi si ritrovò nuovamente nella piazza del paese: il capocantiere gli sogghignava in faccia…

Si risvegliò di botto prima di affibbiargli una testata.

Riuscì ancora una volta a riaddormentarsi. Non sognò più, o se sognò non ricordò più nulla, finché la sveglia non lo rispedì nell´inferno del cantiere. […]