Il Condaghe di Santa Maria di Bonarcado (oggi custodito presso la Biblioteca Universitaria di Cagliari), testimone della vita economica e sociale del monastero arborense dei Camaldolesi, è una delle fonti di maggiore rilevanza per la ricostruzione della storia sarda del medioevo, e in particolare per la storia del Giudicato d´Arborea nei secoli XII e XIII. Ma fonte importante è pure, insieme ad altri Condaghi e carte medievali, per la storia della lingua sarda e in genere per gli studi filologici e glottologici: ciò tanto per la tipologia varia delle scritture, quanto per i diversi aspetti grammaticali, e per la sintassi che, se sotto molti aspetti è simile a quella dell´attualità contemporanea, per altri rivela fatti tipici del medioevo, più generalmente romanzi o più specificamente sardi. Questo importante documento ci attesta la lingua di un´area dialettale particolare che si dimostra, ieri come oggi, un´area di cerniera, non soltanto da un punto di vista diatopico, ma anche diacronico: segno di un travaglio linguistico che qui, regione geograficamente e culturalmente intermedia dell´Isola, si conserva come Omarmorizzato´ fino ad oggi, quasi immagine del processo evolutivo della lingua sarda nella sua interezza.